Entusiasmo ed...Abbandono
All'inizio di ogni anno accademico, verso Settembre,
arrivano molti allievi che desiderano provare ad allenarsi
nel gongfu. Un pò spinti dalla semplice voglia di praticare
una qualche attività fisica, un pò, alcuni, spinti
propriamente dal fascino delle Arti Marziali, vengono nella
mia Scuola chiedendo di fare una o due lezioni di prova...
E' un rito che si ripropone tale e quale all'inizio di ogni
anno.
Avendo alle spalle più di dieci anni di
insegnamento, posso ormai dire che mi basta davvero poco per
capire, dalla luce che brilla negli occhi dei vari allievi
che arrivano, tutti più o meno desiderosi di imparare
(almeno stando a quelle che sono le loro parole), chi
davvero rimarrà fino alla fine dell'anno e chi invece
scapperà via, con qualche scusa più o meno giustificabile,
dopo neanche 2 mesi di pratica...
Il modo in cui viene insegnato il gongfu nella mia Scuola è
un modo sincero e appassionato, che, pertanto, richiede
all'allievo altrettanta sincerità e passione. Nessuna Arte
Marziale può essere praticata "tanto per praticare
qualcosa", questo lo sanno davvero tutti!
Bisogna trovare dentro di sè un motivo, un motivo forte e
profondo, per poter rimanere all'interno di una Scuola di
gongfu.
Quando gli allievi arrivano da me ad inizio anno, sono molto
propensi a trasmettere tutta la "volontà" di praticare che
hanno in corpo e nelle prime lezioni fanno quasi "a gara"
per far vedere chi più degli altri sa "concentrarsi" nella
pratica degli esercizi e delle tecniche.
Però chissà come mai, statisticamente (e posso dire che
questa statistica corrisponde un pò a tutte le Scuole di
gongfu) ogni 10 allievi nuovi che arrivano ad inizio anno,
solo 4 rimangono davvero, questo fenomeno accade in tutte le
Scuole dove ho praticato nella mia vita, un pò in tutte le
città d'Italia, è un fenomeno che riguarda la pratica del
gongfu in generale.
Ovviamente alcuni allievi vengono solo per "provare" e
subito dopo
un paio di lezioni vanno via perchè semplicemente capiscono che
il loro modo di essere non è adatto per le Arti Marziali...
Per avvicinarsi al mondo delle Arti Marziali bisogna sentire
dentro di sè una fiamma che brucia, una forza che ti spinge
a chiedere a te stesso sempre di più, che ti dice che il
punto in cui ti trovi può sempre essere migliorato e
spostato in avanti, e quando pensi a ciò, non pensi solo
alla tua condizione prettamente fisica, ma anche alla tua
condizione mentale e spirituale.
Eh sì perchè non dobbiamo dimenticarci che il gongfu è una
disciplina che VIVE grazie a tantissimi esercizi e pratiche
che hanno come primario scopo l'accrescimento della nostra
consapevolezza e quindi della nostra evoluzione psichica.
Chi pratica Arti Marziali da una vita sà bene a cosa si
riferiscono le mie parole, si dice che nelle Arti Marziali
non si arriva mai, e chi sente dentro di sè quel fuoco che
lo spinge a chiedere sempre di più a se stesso, bè, vive
quel detto come la cosa più vera che possa percepire con i
suoi sensi.
Ma non tutti gli allievi sono in grado di sentire quel fuoco,
alcuni hanno la fortuna di vederselo accendere dentro di sè
magari da adulti, altri fin già da bambini, comunque sia senza
quel fuoco è molto difficile praticare davvero e poter
superare tutte le difficoltà che la pratica del gongfu ti
pone davanti...
Ma è davvero così difficile praticare gongfu? Quali mai
possono essere questi ostacoli insormontabili che fanno
abbandonare il 60% degli allievi?
In realtà gli ostacoli di cui parleremo non sono realmente
del gongfu, non sono difficoltà intrinseche alla
pratica del gongfu in sè, ma sicuramente il gongfu tende ad
esaltarli, a metterci di fronte al dover compiere, come
vedremo, delle precise scelte...
Il primo e fondamentale ostacolo alla pratica del gongfu si
chiama...STILE DI VITA!
Quando si pratica gongfu bisogna prima di tutto sapere che
quella pratica sarà un qualcosa che deve entrare
necessariamente all'interno del nostro stile di vita, e
questo fin da subito!
Ci sono molti allievi che iniziano a praticare gongfu,
mentre praticano anche un'altra attività sportiva, talvolta ad alto rischio di incidenti, come può essere motociclismo,
free climbing, paracadutismo, sci di fondo, ecc...
Ovviamente, essere "attività ad alto rischio di incidenti"
significa che se le pratichi per tanto tempo, prima o poi un
incidente sicuramente ti capiterà, potrà essere anche
minimo, come una distorsione ad una caviglia o
all'articolazione del gomito, ma basta questo per essere
costretti a
rinunciare alla pratica del gongfu per magari un mese, un
mese e mezzo, senza contare il fatto che non solo
l'incidente ti impedirà di stare vicino agli altri che
praticano gongfu con te (e quindi di vivere e condividere le
emozioni del gruppo) ma al ritorno (per quei pochi che
comunque decidono di riprendere dopo la pausa forzata) il
fisico non sarà più ben allenato come prima e sono
davvero pochissimi quegli allievi che sanno resistere alla
frustrazione del dover ricominciare daccapo (nel frattempo
quel fuoco si è spento...), così finita la fisioterapia non
ritornano più.
Ci sono poi altri allievi, gli studenti, che ogni volta
che si avvicina il periodo degli esami scolastici, o magari
anche prima di un compito in classe importante, decidono di
chiudersi in casa perchè non saprebbero allenarsi con il
pensiero di dover studiare.
Anche qui, la loro pratica diventa un continuo alternarsi di
insoddisfazioni e frustrazioni, anche perchè spesso non è detto che l'esame si
superi anche se abbandoni l'allenamento e ti chiudi in casa, e cosi doppia frustrazione, ti ritrovi a perdere 2
settimane di pratica e dover poi recuperare il lavoro svolto
dai compagni di allenamento, e al contempo pratichi con un
macigno nel cuore che è il sapere che non hai superato
l'esame e così tanto impegno è stato del tutto inutile!
Questa altalena si ripete, per gli studenti universitari,
ogni 4 mesi circa...appena vedo un allievo che di fronte al
primo esame non viene più a praticare, già so che resisterà
al massimo 2 o 3 cicli, perchè se non si vive il gongfu come
una continuità, si perde il senso della pratica stessa!
Quando il tuo cuore perde il senso della pratica, beh
semplicemente non ti viene più voglia di pagare il mensile!
Questi sono solo due esempi di cattiva gestione del proprio
stile di vita, ma ce ne sono tanti altri, dalle allieve che
hanno fidanzati che le costringono a saltare sessioni di
allenamento ogni volta che vogliono stare insieme
(fregandosene quindi se la propria ragazza aveva degli
impegni con altre persone), a chi ha,
invece, genitori troppo ossessionati con la carriera scolastica
oppure che impongono ai figli altre
attività "ad alta priorità" durante la settimana (che
ovviamente il genitore reputa più utili per il figlio/la
figlia).
Queste attività diventano sempre "più importanti"
della pratica del gongfu, persino il compleanno di un amico
o la festa dello zio diventano motivo periodico per saltare
lezioni ed allenamento.
Ma perchè questo accade così di frequente?
Semplice, perchè il praticare un "corso in palestra" nella
nostra cultura è considerato un diversivo come
tanti altri, le cose davvero importanti
sono i parenti (e non stiamo parlando di necessità
impellenti o di richieste di aiuto...) o l'attività lavorativa, lo studio e la
carriera scolastica, queste sono le cose che devono
assorbire davvero tutte le nostre energie! Parenti e datori di
lavoro fanno a gara a chi riesce ad accaparrarsi l'ultimo
briciolo di energia residua!
Pochissimi genitori insegnano al figlio (una volta iscritto
in palestra) che le Arti Marziali
si devono praticare con costanza e dedizione, perchè prima di tutto sono
formative e poi perchè bisogna saper rispettare gli impegni
presi con se stessi; difficilmente insegnerà che come studenti bisogna
imparare a studiare e al contempo fare
tutto il resto, perchè la vita non può essere messa in
standby ogni volta che ti viene richiesto un impegno
leggermente superiore, e poi, infine, ci sono i parenti che si
offendono se vengono a sapere che si è mancati alla loro festa per andare
a praticare Arti Marziali! Per andare in palestra! e che
sarà mai questa palestra? (...allora non mi vuole bene, se
ha preferito la palestra alla mia festa...che nipote
sciagurato...)
Purtroppo nella nostra cultura non si insegna ad investire
nelle relazioni o nel miglioramento personale, siamo
talmente tutti presi dagli obblighi "contrattuali"
(detti e non detti, palesi e non palesi) che abbiamo
istituito con la famiglia o con il datore di lavoro, che
le attività da palestra vengono dopo tutto il resto...
Le Arti Marziali però non sono mai state un' attività da
palestra, per questo motivo si parla sempre di Scuole.
Praticare Arti Marziali in una Scuola significa permettere
al proprio Maestro (ci sarà un motivo se si chiama così...)
di educarci, di essere davvero importante per noi, di farci evolvere secondo i principi dell'Arte
Marziale, perchè di Arte si tratta e non di una pratica
qualsiasi, e gli allievi che quando arrivano trasmettono
(anche senza dirlo direttamente) questo modo di pensare mi
fanno subito capire che loro continueranno anche di fronte
alle difficoltà, anche di fronte agli incidenti o agli
ostacoli che la vita, inevitabilmente, metterà loro
davanti!
Nella mia Scuola si chiama Chilun (齒輪),
l'ingranaggio della vita, perchè la vita talvolta è come un
potente ingranaggio, una macchina che ti invischia nelle sue
spire, che ti consuma energie di varia natura, dandoti
sempre l'impressione che c'è qualcosa di più urgente
da fare prima di fare ciò che è tuo reale desiderio, la
vita ti
spinge a dedicare le tue energie sempre verso altre cose,
altre situazioni, altre distrazioni, tenendoti lontano da
ciò che davvero conta, l'evoluzione del nostro spirito!
Praticare Arti Marziali in Cina invece è molto valorizzato,
sia dalle Scuole statali che dalle famiglie.
Abbandonare la Scuola di gongfu è motivo di squalifica
personale, si perde dignità di fronte agli altri, perchè
quando abbandoni l'allenamento, i compagni e il Maestro
mettendo al primo posto sempre altre cose nella tua vita, abbandonerai
in futuro anche tutto il resto; quando
ciò che dice la famiglia è più importante di ciò
che dice il tuo cuore, beh la vita sarà un continuo
abbandonare occasioni di crescita e di maturità, sarà un
continuo scappare di fronte alle novità per rimanere invece
nella rigida schematicità delle cose scontate, già date, già
previste e preordinate per tutti. Agendo così ci si perde nella
massa!
A Settembre quando l'anno accademico e lavorativo ancora non
ci dà altri impegni, tutti gli allievi sono desiderosi di
imparare, sprizzano entusiasmo e sono pronti a dirsi che il gongfu è la loro passione più grande, ma poi a
Ottobre iniziano i primi esami, le prime riunioni di lavoro,
proprio quella settimana in cui hai deciso di praticare sul
serio e dedicarti al gongfu però succede qualcosa, la vita
esiste ed è molto forte, è assolutamente nell'ordine delle
cose che ti chieda "attenzione e partecipazione",
queste cose già nel 1200 gli antichi e saggi Maestri lo
sapevano...non cè nulla di nuovo sotto al cielo e gli
allievi si lasciano distrarre adesso come allora... ma se
ogni volta che la vita chiede attenzione e partecipazione ci
si deve chiudere in se stessi e abbandonare il Maestro, la
Scuola e i compagni di allenamento, beh allora cè qualcosa
che non va in noi (non certo nella vita!) bisogna chiedersi
se non stiamo diventando dei burattini lasciando agli altri
sempre la facoltà di disporre delle nostre energie e dei
nostri scopi...
Ma allora come se ne esce?
Bisogna vivere quel fuoco di cui abbiamo parlato
inizialmente, capire dentro di sè che esiste dell'altro, che
non si vive solo per accontentare l'ego dei parenti o del
proprio fidanzato/a e neanche bruciarsi la vita nel lavoro e
negli impegni formali, bisogna capire che praticare gongfu in una
Scuola significa praticare una Via, la Via
della propria Vita che ti permette di crescere la dove
nessun'altro contesto di vita ti permette di crescere...e
poi, cosa importantissima, bisogna giocare di anticipo!
Non si può pretendere che gli altri (amici e parenti)
capiscano quanto siano importanti per noi le Arti Marziali se
non gliene parliamo mai, se non vedono davvero quanto ci
teniamo e quanto sono fondamentali per il nostro spirito, è
naturale che considerino sciocco andare in palestra se non
sappiamo trasmettere loro quel nostro spirito, quel nostro
entusiasmo nel vivere la pratica e gli allenamenti.
Giocare di anticipo significa sapere già
che la vita ti attende al varco con i suoi mille impegni,
che se oggi ti senti entusiasta solo perchè ti senti libero,
allora quell'entusiasmo non è fondato su qualcosa di solido,
bisogna in anticipo preparare il terreno intorno a sè in
modo da non farci trovare impreparati dalla vita, bisogna
cominciare ad essere evasivi e sfuggenti verso chi vuole
intrappolarci in necessità che riguardano, in realtà, solo lui:
Come degli abili cacciatori siamo noi a dover tendere
trappole e agguati alla vita, e non il contrario, e ogni
volta che si verifica un tentativo di portarci su un'altra
strada, di deviarci dalla pratica, dobbiamo essere
soddisfatti nel dirci <<ecco, se non mi fossi preparato
prima, se non avessi creato un contesto adatto per sfuggire,
ora sarei già invischiato in quella assurda questione e non avrei
potuto partecipare alle attività della Scuola>>
Come Maestro, ogni volta che un allievo,
inizialmente molto desideroso di imparare, se ne va, anche
se è stato pchi mesi, mi lascia comunque un vuoto, devo
dire che ogni volta che vedo una rinuncia di questo tipo
(cioè non nei casi in cui è semplicemente un accorgersi che il gongfu
non è una disciplina adatta) mi dispiace, perchè vedo un
allievo che nella vita si ritroverà continuamente a ripetere
quell'atteggiamento, qualsiasi strada deciderà
di intraprendere; e poi essendo scappato, non mi ha dato
alcun modo di
insegnargli a superare queste difficoltà...posso
solamente salutarlo, dicendogli che la mia Scuola è sempre
aperta.
La gestione del Chilun, ovvero dell'ingranaggio della vita,
è forse la qualità più grande che un allievo deve saper sviluppare
per essere un buon allievo di gongfu, più di tante altre
cose che si dicono, come la Volontà, la Concentrazione, la
Dedizione, persino l'Abnegazione, perchè non si può scappare
dalla vita, si può solo decidere di farla scorrere vivendo
in armonia con essa, e il gongfu insegna la ricerca massima
di questa armonia!
Arthur Schnitzler famosissimo filosofo,
drammaturgo e medico austriaco del 1800, soleva spesso
affermare: <<Quando ti capita di essere danneggiato da una
persona o da una situazione, evita di attribuirle subito la
colpa, ma domandati anzitutto da quanto tempo eri alla
ricerca di una persona simile!>>
Per questo motivo si può avere la più grande Abnegazione, la
più grande Dedizione verso la pratica, ma se di fronte ad un
incidente o ad una pesudo-urgenza abbandoni tutto,
allora stavi già attendendo che si verificasse un momento
simile per poter dare a te stesso un motivo per non
impegnarti sul serio in ciò che credevi.
Centro Studi Gongfu Tradizionale
Gruppo Ricerche Storiche e Filosofiche
|